"Tante volte mi sono posto lo stesso imperativo che, come massima della saggezza greca, era scolpito nel tempio di Delphi: " Conosci te stesso" !
Conosci te stesso. La più difficile cui possa giungere l'uomo, il quale talvolta sembra a se stesso di essere convinto dell'autenticità del suo Io, mentre in momenti di pausa del suo spirito s'avvede che gli manca qualcosa; qualcosa che non gli consente di raggiungere la sua completezza.
Tale senso di vuoto lo conduce alla ricerca di qualcosa che non trova spunti acquietanti nelle cose materiali che gli stanno intorno; e cerca quindi qualcosa , vagando col suo pensiero in sfere sovrannaturali che lo conducono in mondi spaziali indefiniti, dove ogni realta' corporea si dissolve per fondersi in nebulose forme che hanno parvenze spettrali , laddove ogni cosa non e' circoscritta da configurazioni materiali, ma dove ogni cosa sembra vagare in voragini vuote e disperdersi nel buio di esse, per riaffiorare in altre circostanze ancora sempre piu' conturbanti.
E' questa la ricerca di se stesso che fa l'uomo, affondandosi in atmosfere di sogni dove, ogni immagine appare distorta e sembra mutare di contenuto per trasfigurarsi in altre immagini attraverso un lento e graduale processo di movimenti.
[...] così a volte l'arte serve all'uomo come strumento che gli consente di scrivere sia verbalmente sia figuratamene sia con l'astrazione del linguaggio musicale il travaglio della ricerca di se stesso!
Scrivere.........Scrivere non è descrivere; dipingere non è copiare. Così diceva George Braque, uno dei Fauves, cioè delle belve della pittura e della critica dell'inizio del volgente secolo; laddove il contenuto, cioè il soggetto raffigurato affiora contornato e al contempo immerso in colori puri e violenti, stesi sulla tela in drastiche alternanze.
Con ciò non voglio dire che la Podestà sia una seguace sia pure inconsapevole dello stile di Braque; affatto! E' il pensiero di Braque che mi ha dato lo spunto per presentarvi la nostra espositrice .
Dipingere non è copiare. Infatti la Podestà non descrive la sua autobiografia la scrive pittoricamente portando agli occhi dell'osservatore l'immagine che vorrebbe trovare di se stessa e in pari tempo la concretizzazione del suo pensiero; concretizzazione che non riesce mai a fissare sulla tela, perché il pensiero si evolve sempre più rapidamente della mano senza arrestarsi.
[...] Nel pittorico itinerario autobiografico espresso con un linguaggio stilistico costante che testimonia la sua coerenza psicologica, Pinina vede il mondo dilaniato dalla guerra, sconvolto dagli elementi turbolenti della natura, interpretato con chiavi coloristiche sanguigne;[...] articolati in gamme tonali che via via conducono l'occhio dell'osservatore a scorgere la buia visione di un baratro in cui nulla nasconde il misterioso mondo della morte.
Certo ancora una volta mi sembra appropriato dire che inconsapevolmente l'autrice sia sollecitata nelle sue riflessioni dal pensiero di George Braque allorquando questo dice che il misterioso si confonde con l'oscurità, mentre il mistero risplende di luce.[...] |
|