E' velato il volto femminile che si offre allo sguardo dello spettatore, come a suggerire che l'Amore pone bende sugli occhi e rende ciechi, dunque vulnerabili, dunque fragili, perché spesso è lusinga, è inganno, può raggirare, tendere tranelli, insidie; non è forse al buio che Eros ama Psiche per impedirle di riconoscerlo?
E' un volto di bambina quello che, velato, si offre allo sguardo dello spettatore; gli occhi chiusi più che l'abbandono al Sentimento sembrano alludere all'identica espressione indifesa del feto nel ventre materno, perché sempre l'Amore rende infantili e restituisce la primigenia innocenza; ed anche le labbra che, così come atteggiate, potrebbero indurre nell'errore apparendo voluttuose, in realtà pure sono infantili, pronte a suggere la linfa vitale, il latte materno; ma l'Amore non è
forse anch'esso nutrimento essenziale?
Ma, scorrendo con lo sguardo verso il basso, si è attratti da un evidente particolare: l'immagine femminile che si offre indifesa, le mani, avviluppate da lacci/catene (simbolo della sottomissione amorosa) in delicate dissolvenze, hanno dita quasi scheletriche, come a suggerire (paradossalmente per l'Amore che reca in sé la Vita, o almeno la possibilità della perpetuazione della Vita) la Morte; ma l'Amore non è sempre anche un poco morte, quando è sofferenza, costretto a nascondersi, a celarsi, se impossibilitato ad essere vissuto nella pienezza o quando non è, o non è più, ricambiato?
Allora l'Amore diviene dolorosa ferita che non può guarire, ma dalla quale si può scampare solo con la morte… oppure con un nuovo amore, se si è disposti a riasservirvisi, nuovamente schiavi.
Francesca Santucci ....... |