Surrealist Art Zone by Pinina Podestà ..
L'uomo dei nodi - The man of the knots
Parole di Daniela Micheli, traduzione di Antonella Pozzobon,
rielabotate nell'immagine di Pinina Podestà
The man of the knots ,olio su tela by Pinina Podestà (aprile 2009)
L’uomo dei nodi, mi chiamano. Perché annodo a me le persone, con nodi indistricabili. Le uso, mi servono per sopravvivere. Le impregno del mio dolore fino a che non scoppiano come una bolla di sapone: prima si assottiglia, poi si espande nell’aria, lasciando a terra solo una piccola macchiolina che presto svanisce, come una stilla di sangue si rapprende e si secca; come il cuore che non pompa più ossigeno, quella goccia si asciuga. Quando diventano spugne non più in grado di assorbire nulla, le abbandono al loro oblio, non mi interessano più, vado in cerca della nuova vittima da immolare sull’altare del mio egoismo e del mio egocentrismo. La trovo, sono un bravo cacciatore. Ricomincio da capo. Scrivo Ammalio Intrigo Inizio a fare i miei nodi: prima semplici, poi sempre più complicati, fino a che non giungo a quello che non si riesce a districare più. Ed allora restano impigliate nella trama del loro esistere. Mute Urlanti Dolenti Non mi interessano le mani scorticate nel tentativo di liberarsi. Non mi riguardano le lacrime versate da quei volti solcati da rughe di sofferenza. A volte arriva il caos: la componente non prevista. Appare il mio vero volto, quello che nascondo ai più, quello di essere meschino e miserabile, quello che celo dietro la mia maschera di perbenismo che ogni mattina all’alba indosso, davanti allo specchio del mio quotidiano. Io sono l’uomo dei nodi. Sono un maestro in quest’arte. Sono il divino. Sono il dio. Ognuno per sé, dio contro tutti. Novembre 2006 Daniela Micheli ___________________ The man of the knots They call me the man of the knots. Because I knot people to myself, through inextricable knots. I use them, I need them to survive. I soak them with my grief until they burst like a soap bubble: at first it dwindles, then it spreads out in the air, leaving a little spot on the ground, slightly disappearing, as a drop of blood thickening and drying; a drop that gets dry, as the heart, when it stop plumping its oxygen. When they become sponges, unable to absorb, I leave them to oblivion, I don't care anymore, I go and look for a new victim to be immolated on the altar of my selfishness and egocentrism. I find her, I'm a good hunter. I begin all over again. I write I enchant I intrigue I start making my knots: at first very simple, then more and more complicated until I reach the most inextricable one. And then they are entangled in the weft of their existence. Dumb Screaming Painful I don't care about their scraped hands, when they try to break free. I'm not affected by the tears poured out from their faces furrowed by wrinkles of pain. Sometimes the chaos arrives: it is the unexpected component. My real face shows up, the face that I mostly hide, the face of a shabby and petty being, the face that I conceal behind a conformism mask and I wear every morning at dawn, in front of the mirror of my day-to-day life. I am the man of the knots. I am a master of this art. I'm the divine. I'm the god. Everyone for oneself, god against everybody. November 2006 Daniela Micheli |
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